TARGET o se una pizza mangiata con le bacchette ti porta via milioni di euro

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Target. Se ti mai imbattuto in un corso di marketing, o hai avuto a che fare con una semplice vendita sicuramente avrai sentito utilizzare questa parola. Forse insieme alle parole strategie, tattiche

Sì. Il mondo del marketing ha preso in prestito le stesse parole utilizzate in guerra. Tattica. Strategia. Obiettivo. Pianificazione. Qualcuno dirà che la più spietata delle guerre che si combattono è proprio quella del commercio. 

Ad ogni modo, anche la parola target è presa dal lessico militare. Significa bersaglio

Si tratta di una parola utilizzata, oggi, anche per altri contesti. Non solo per il mondo del marketing, ma anche per quello della comunicazione. Se devi preparare un discorso, se intendi farti capire al meglio, non puoi non conoscere il tuo target. 

A chi sono rivolte le tue parole? A chi ti stai rivolgendo? Qual è il tuo target di riferimento? Spesso, cambiare il target può far decollare o precipitare il valore di un prodotto. Non è difficile da immaginare. 

Immagina un padre che regala al figlio neolaureato un’auto vecchia. La macchina ha diversi anni e il padre chiede al figlio di quantificare il valore.

Il ragazzo si reca nel parcheggio delle auto usate in centro e dice ai proprietari che intendi vendere l’auto. Questi gli offrono 1000 dollari. Sembra molto logora, in effetti. 

Il giovane dottore torna dal padre e lo informa. Ma il padre gli chiede di portarla al banco dei pegni. Quando il figlio ritorna a casa non ha buone notizie, gli hanno offerto solo 100 dollari. In fondo, è un’auto decisamente vecchia. 

A quel punto, il padre chiede al ragazzo di recarsi in un circolo di auto d’epoca e mostrare agli iscritti la macchina. Il figlio torna felice dal padre e lo informa che alcuni, al club, si sono addirittura spinti a offrire 100.000 dollari. Si tratta, infatti, di una Nissan Skyline R34, un’auto iconica e ricercata.

Che tuttavia ai non addetti ai lavori sembrerà una mezza carretta qualunque. 

Sicuramente hai già capito perché ti ho raccontato questa storia. 

Il posto giusto ti valorizza nel modo giusto. 

Il target cambia quasi sempre il valore del prodotto. Un’auto vecchia può valere pochi euro per qualcuno, ma rappresentare un pezzo di collezione dal valore inestimabile per qualcun altro. 

Ma cosa significa intercettare il giusto target? 

Significa conoscere bene il tuo cliente tipo. Il tuo avatar, come direbbe qualcuno. 

Non basta, infatti, trovare il giusto pubblico. 

Non è sufficiente – soltanto – intercettare il target. 

Una volta individuati i clienti adatti, bisognerà capire quali sono i loro comportamenti e come attuano le loro scelte. In altre parole, devi scoprire i loro driver di domanda. 

Quali sono le loro priorità? Questa informazione ti aiuterà a promuovere i vantaggi del tuo prodotto che i tuoi clienti considerano più rilevanti. 

Ciò che intendo dire che il prodotto va distribuito attraverso i canali giusti. 

Perché se il tuo target non si rivolge mai agli acquisti online, pensare ad un e-commerce non ha molto senso. 

Se non è solito frequentare i negozi del centro e preferisce i centri commerciali, allora è meglio scegliere quel determinato canale di distribuzione. 

Nel mondo dell’innovazione e del digitale intercettare un target è ormai diventato un gioco da ragazzi.

Individuare il tuo target significa trovare una nicchia di persone realmente interessate a ciò che vuoi offrire loro: persone che trarranno un beneficio da ciò che fai perché risponderai ai loro reali bisogni.

Conoscere i tuoi interlocutori ti permette inoltre di essere coerente, cioè di fare e offrire ciò che i tuoi clienti si aspettano, senza disperdere risorse in azioni che rischiano di rivelarsi infruttuose.

Devi conoscere tutto di loro. Chi sono. Quanti anni hanno. Dove vivono e che lavoro fanno. Quale percorso scolastico e professionale hanno affrontato. Quali sono i loro interessi, ma soprattutto che problemi deve risolvere e come acquista di solito. 

Ecco spiegata la ragione di questa continua ricerca volta a controllare tutto.

Ecco perchè esistono i cookies. Ecco perche questa continua esigenza di raccogliere like, preferenze, registrare i comportamenti durante la navigazione di un sito. 

Questo lo sanno molto bene Dolce & Gabban che hanno sperimentato sulla loro pelle dopo lo spot pubblicitario che li ha quasi fatto perdere più del 50% del mercato cinese.    

Una modella cinese che per 40 secondi cerca di mangiare una pizza con le bacchette. 

Un disastro colossale quantificato in una perdita da milioni di dollari. Era la semplicissima linea narrativa di uno dei tre spot cinesi di Dolce & Gabbana. Quelli che nel 2018 hanno scatenato polemiche enormi e hanno, poi, portato alla cancellazione di una sfilata che si sarebbe dovuta tenere a Shanghai il 21 novembre di quell’anno. 

Risulta quindi molto importante, per un marketer, stabilire in maniera chiara l’effetto che la comunicazione produce nel consumatore. In che modo questo tipo di comunicazione interagisce con le altre opzioni comunicative e strategiche, amplificando gli effetti sui consumatori. 

In ultimo, i marketers devono condurre degli audit su ogni opzione di comunicazione proposta, verificandone la possibilità di integrazione strategica e i potenziali impatti e risultati.

Se no rischi che una pizza mangiata con le bacchette ti porti via un mercato milionario.